Quando lo stomaco duole ci avvisa che c’è qualcosa che non riusciamo a digerire
e a trasformare in nutrimento per il corpo e l’anima.
Quell’affronto non l’ho proprio digerito», «ho dovuto ingoiare il rospo e stare zitta», «non posso accettare una simile ingiustizia», «avrei voluto vomitargli addosso tutto il mio disprezzo», «quando l’ho saputo mi si è chiuso lo stomaco»…
Quando la digestione lancia segnali d’allarme è il momento di chiedersi quali esperienze ci risultano difficili da digerire e da trasformare in elementi nutritivi, perché, come tutti gli organi, sistemi e apparati del corpo fisico che svolgono funzioni assimilabili a quelle psichiche, anche lo stomaco non fa eccezione.
E qual è la funzione dello stomaco? Esso assolve a tre funzioni principali: contenimento di materiali ingeriti, demolizione dei materiali residui e rottura dei legami chimici.
Anche a livello psichico possiamo osservare lo svolgimento di questo importante compito, specialmente nella memoria inconscia, dove avviene qualcosa di molto simile: essa accoglie qualsiasi tipo di esperienza entrata nel nostro vissuto, si occupa di digerirla (provvedendo a separare un’informazione dall’altra e ad archiviarle
nella maniera più funzionale all’apprendimento) e provvede a demolirne i residui. Chiamiamo questa funzione oblio o memoria inconscia, dove per oblio intendiamo la facoltà di lasciare andare gli elementi superflui.
Quindi lo stomaco, anche in Dermoriflessologia, è in diretta relazione con l’oblio e la memoria inconscia.
Nel processo “digestivo” delle esperienze della vita è basilare la capacità di lasciare andare i ricordi e permettere alla mente di riposare.
Il rimuginio, i pensieri ossessivi, gli eventi rimossi e non risolti, sono nemici di una buona digestione. Per stare bene è necessario assimilare e superare il vissuto, che non diventa, così, ricordo ricorrente, ma esperienza appresa.
Nell’oblio (memoria inconscia) sono registrati sia avvenimenti compresi e metabolizzati, sia avvenimenti
non risolti, la cui trasformazione in esperienze definitive richiede un processo che assomiglia concettualmente a quello della digestione, con tanto di disgregazione dell’elemento e di separazione della parte utile da quella superflua. Questo processo trasferisce alla memoria cosciente la parte nutriente della lezione, affinché sia accessibile all’occorrenza, mentre il materiale inutile verrà lasciato andare.
Vi è una salutare ed innata capacità di abbandonare ricordi penosi, spiacevoli o semplicemente non più attuali, dopo averne estrapolato gli insegnamenti intrinseci. Questa è l’utile e proficua messa in atto della facoltà dell’oblio, che nella sua espressione ottimale riduce gli eccessivi automatismi del comportamento
reattivo.
Vi è, altresì, un’istintiva tendenza a rimuovere un ricordo, quasi a volerlo cancellare dal proprio vissuto, quando ad esso si associa una carica emozionale devastante e si teme di essere incapaci di gestirla. Questo è un approccio difensivo e di protezione, che spesso però dà luogo a un’elevata reattività emotiva. persone, idee, alimenti, pensieri, eventi che non sono stati digeriti. Cose che si ritengono ingiuste e che fanno male (dolori), che fanno arrabbiare (bruciori), che si rifiutano (vomito), che fanno perdere il desiderio e il piacere di vivere (emorragie), eccetera.
Sappiamo ora che gastriti, ulcere e malattie del tratto digestivo riguardano qualcosa di “indigesto”, ma come capire da cosa e dove nasce il nostro disagio?
La Dermoriflessologia, grazie alla sua accurata mappa, ci offre un utilissimo sistema di corrispondenze molto specifico. Vediamole insieme.
Piloro=oblio dell’amore sessuale
I disturbi del piloro sono solitamente collegati ai ricordi di amore sessuale. Quando un evento legato alla sfera sessuale turba l’emotività e viene accantonato, dimenticato o rimosso, può causare disturbi digestivi. Teniamo presente che l’amore sessuale non si riferisce unicamente alla vita adulta, anche i bambini, già da neonati, esprimono il bisogno della fisicità dell’amore. Durante l’allattamento al seno, per esempio, il
piccolo non viene soltanto nutrito, ma si crea anche un fortissimo legame con la madre. La mancanza di carezze e contatto fisico, così come attenzioni non gradite, possono generare problemi digestivi, specialmente in corrispondenza di questa zona.
Segmento inferiore dello stomaco=oblio della famiglia
Le malattie digestive che interessano il segmento inferiore dello stomaco sono in relazione con situazioni e relazioni dolorose o conflittuali vissute all’interno della famiglia, esse portano a galla il senso di smarrimento, di solitudine e l’abbandono.
Non riusciamo o non vogliamo accettare un comportamento famigliare, un’idea o una situazione.
Segmento medio dello stomaco=oblio del clan e della patria
Quando non riusciamo ad accettare e a metabolizzare esperienze negative accadute all’interno di un gruppo in cui pensavamo di identificarci (la squadra sportiva, un circolo, qualche tipo di associazione collegato alla nazione), i problemi di digestione interessano principalmente il segmento medio dello stomaco.
Segmento superiore dello stomaco=oblio dell’umanità e della religione
Le delusioni che nutriamo in merito al genere umano e alla religione, in particolar modo i torti subiti, le ingiustizie, l’indifferenza altrui, il senso di abbandono causato dal sentirsi privati dell’aiuto benevolo di Dio, si ripercuotono nella zona superiore dello stomaco. Ciò accade perché non riusciamo a digerire qualche particolare situazione e a trasformarla in parte costituente di noi e in energia superiore.
Cardias e segmento inferiore dell’esofago=oblio della società
I problemi indigesti inerenti la vita sociale, come i rapporti interpersonali nell’ambito scolastico, universitario, all’interno di un’associazione politica o culturale, eccetera, “attaccano” principalmente il cardias e il segmento inferiore dell’esofago, fa paura in un determinato contesto sociale. Spesso a questi problemi si associano anche apatia e smemoratezza, lacune nella nozione del tempo, fatica nei calcoli e nella scrittura.
Segmento superiore dell’esofago=oblio della natura
Quando l’ambiente naturale dove si vive viene percepito come ostile, oppure si vorrebbe abitare in un luogo diverso, e contemporaneamente si accantona o si finge di ignorare questo malessere, il corpo invia segnali di disagio attraverso malattie alla zona superiore dell’esofago. Anche traumi o dolori del passato legati all’habitat e alla natura possono ripercuotersi su quest’area fisica.
Faringe=oblio dell’arte
La faringite ci informa, di solito, di un gusto artistico ed estetico che ci è venuto a mancare. Avvertiamo un’assenza di bellezza e di gusto per la vita, o abbiamo trascurato delle doti artistiche, oppure quello che abbiamo attorno ci rimanda un’immagine brutta e disordinata del mondo, o semplicemente del nostro spazio vitale, che ci priva del senso estetico e dell’ordine di cui sentiamo di avere bisogno. Se non abbiamo il coraggio di esprimere apertamente questo disagio, finiamo per “ingoiare il rospo”.
Bocca, retrobocca e tromba d’Eustachio=oblio del lavoro
I disturbi alla bocca, le stomatiti, le afte, eccetera sono da mettere in relazione con problematiche legate al lavoro. Spesso si tratta dell’attività professionale, ma non bisogna ridurre il significato di lavoro al mero impiego. Per scoprire le vere cause di questo genere di malessere conviene estendere il concetto a tutte le attività che causano un dispendio di energia, da quelle manuali a quelle cerebrali, includendo pertanto lo studio, i lavori domestici, un trasloco, una ristrutturazione e via di seguito. Se il problema è connesso alle labbra e alla
bocca, si tratterà probabilmente di qualcosa che non abbiamo avuto il coraggio di dire, magari per timore di essere respinti o fraintesi. Per esempio: abbiamo bisogno di maggior riposo, ma temiamo le ripercussioni, oppure un collega ci ha fatto un torto, ma noi abbiamo preferito (perché?) soprassedere.
Quando il disturbo riguarda la tromba d’Eustachio (sensazioni labirintiche, orecchie tappate, acufene, eccetera), ci troviamo di fronte problemi di adattabilità in campo lavorativo (mantenendo l’estensione del temine “lavoro”). Questi organi sono in relazione con il desiderio di interrompere (anche solo temporaneamente) una mansione, con la svogliatezza, la stanchezza, l’indifferenza per quello che si fa.
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