DNA e trasmissione energia, da "Anatomia della guarigione, Erica F. Poli"

Durante esperimenti condotti con leucociti umani,citati dal notissimo Gregg Braden: in questo esperimento, i leucociti prelevati

da un donatore venivano posizionati in una camera di misurazione, il loro donatore veniva messo in una stanza e soggetto a

“stimolazioni emotive” tramite video-clip atti a generare differenti sentimenti.

Appena il donatore mostrava massimi o minimi nella sua elaborazione emotiva (come risultava dalle misurazioni elettriche), il

DNA dei leucociti presentava identica perturbazione, esattamente nello stesso istante. Non vi era alcuno scarto temporale, alcun tempo di trasmissione. L’effetto sussisteva anche quando il donatore veniva allontanato a notevole distanza: ancora a distanza di 50 miglia (ricordo che 1 miglio corrisponde a 1,609 km) il risultato era identico. Ancora senza alcuno scarto temporale, nessun tempo necessario per la trasmissione. Il DNA e il donatore presentavano la stessa identica risposta, nello stesso momento.

In questo caso, il DNA estratto da placenta umana (ritenuta essere una forma originaria e intatta di DNA) è stato inserito in uno strumento atto a effettuare misurazioni dei suoi cambiamenti. 28 provette di questo DNA sono state poi date ad altrettanti 28 ricercatori addestrati a generare e percepire in modo intenso diverse emozioni. Quando i ricercatori provavano gratitudine, amore e apprezzamento, il DNA rispondeva allentandosi e i filamenti si srotolavano. Al contrario, si restringeva divenendo più corto quando le emozioni provate erano di rabbia, paura, frustrazione o stress. Ora, fermatevi un istante: ricordate quando vi siete sentivi avviliti da frustrazione, abbattuti da una emozione negativa? Bene, il vostro DNA ha fatto esattamente la stessa cosa.

Lo stesso esperimento è stato poi replicato molte volte su soggetti diversi, anche affetti da patologie gravi, ottenendo gli stessi risultati.

Non si tratta di un effetto elettromagnetico, ma di un effetto ancora più sottile, che rimanda alle ipotesi formulate ormai da molti fisici rispetto all’esistenza di una rete strettamente intessuta che connette tutta la materia attraverso eventi vibrazionali.